Alla fine del v° sec.d.C. S.Isacco di Antiochia scelse il Monteluco per ripristinarvi con i suoi seguaci la vita eremitica che aveva dovuto abbandonare in Siria a seguito delle persecuzioni. Immerso nel bosco sacro del Monteluco,l’Eremo di S.M. delle Grazie divenne, attraverso i secoli, centro di vita spirituale e anacoretica. Nel 1547 il vescovo Fabio Vigili fondò la Congregazione dei Padri eremiti di Monteluco,e l’Eremo di S.M.delle Grazie ne fu ben presto la casa madre.
Il 18 settembre 1556 Michelangelo, ormai ottantunenne, saputo dell’imminente calata su Roma delle truppe spagnole capitanate dal duca d’Alba, si rifugiò «nelle montagne di Spuleti »non solo per la dimestichezza che aveva con l’allora vescovo Alessandro Farnese ma anche per il grande prestigio spirituale di cui godeva la comunità raccoltasi attorno all’eremo delle Grazie. In una lettera indirizzata al Vasari, scrisse di aver provato “un gran piaceri nelle montagne di Spuleti a visitar que’ romiti”…“Che veramente sol ne’boschi è pace”,divenuto il motto che si trova riprodotto ovunque nell’Eremo.
Il vescovo di Spoleto Sanvitale (1591) e il Cardinale Cybo (1613-1700),ampliarono ed arricchirono di preziosi decori questo luogo ad entrambi molto caro. Nel 1806 i napoleonici occuparono l’eremitaggio lasciando sui muri il segno del loro passaggio: forse nell’Eremo era stata installata una infermeria.
Nel 1860 il patrimonio della Congregazione dei Padri Eremiti di Monteluco passò alla locale Congregazione di Carità e successivamente l’Eremo fu venduto a privati e, nel 1918, fu acquistato dal prof. Arrigo Piperno,dentista di fama che ebbe in cura personaggi illustri come Pio XII,i membri del palazzo reale, D’Annunzio e Mussolini. Nel 1952 il nipote, prof.Pio Lalli,ricomprò l’eremo e continuò con lo stesso amore e la stesa passione l’opera di conservazione e di miglioramento iniziata dallo zio. Nel 1991 divenne “Residenza d’Epoca” (prima nell’Umbria) con il desiderio di far conoscere,in Italia e all’estero,l’antica struttura e la sua importante testimonianza storica.
Il panorama Dalle terrazze si ha una vista stupefacente sulla città di Spoleto e della Valle del Tesino.
La biblioteca L'antico studio del Cardinale Cybo, custodisce numerosi ed interessanti libri.
Gli affreschi Tra la fine del '500 e la fine del '700 il Vescovo San Vitale e il Cardinale Cybo ampliarono e arricchirono di preziosi decori questo luogo a loro molto caro.
Le tradizioni di famiglia La mattina a colazione vengono servite le "frittelle di mele" cucinate secondo una ricetta della nostra famiglia.
La grotta E' l'antica grotta dove presumibilmente visse il primo anacoreta Minolo o Manolo, ora divenuta una cantina in cui sono conservati vini dal 1920 ai giorni nostri.
Le Celle “Una scala porta ai piani superiori dove una lunga galleria conduce alle antiche celle ora trasformate in comode suites. Pur avendo mutato destinazione,le stanze hanno conservato l’antica forma e le decorazioni originali. Ognuna di esse ha il nome di un frate e la porta è sormontata da un motto appropriato. “più nel silenzio l’anima è divina” è scritto su quella di fra’ Gelsumino dove hanno dormito il Presidente della Rebubblica tedesca Veisecher e numerosi cardinali tra i quali: Urbani,Pacelli futuro Papa Pio XII e Montini,futuro Papa Paolo VI.” ( da “Ville e Giardini” di Francesca Lepore )
Quando il Cardinale Cybo fece erigere l'attuale chesa di S. Maria delle Grazie provvide alla ristrutturazione dei suoi appartamenti composti oltre che dalla sua stanza, le cui pareti sono interamente rivestite da tele dipinte dal pittore Ginesio del Barba di Massa, dalla sua biblioteca, le cui pareti sono decorate da una boiserie dipinta.