MONTORIO AL VOMANO (TE) - La vetrina del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga.

La bella cittadina di Montorio ha per cornice un territorio fatto di piccole valli, dove scrosciano ancora i fiumi più irrigui, che ascendono fino alle vette del Gran Sasso d’Italia in un susseguirsi di campi, prati, boschi e fiori alpestri.

Habitat di specie da salvare e proteggere, è custode di un grado di biodiversità così alto da permettere l'istituzione del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga. Così Montorio, posta all'imbocco dell'area protetta, è diventata “la vetrina del Parco”, e punto di partenza della Strada Maestra del Parco.

Un percorso caratteristico lungo la parte più suggestiva della vecchia Strada statale 80 Teramo-L'Aquila che collega Montorio al Vomano ad Amiternum, attraverso il Passo delle Capannelle; ristrutturate le vecchie case cantoniere, oggi punti informativi e foresterie, e create aree di sosta attrezzate, la Strada del Parco è una splendida passeggiata tra storia e natura da fare oltre che in auto, anche in bicicletta o in moto

* Il Centro Commerciale e Culturale Cittadino (4C)

Il nome e le origini

Il nome Montorio deriva da Mons Aureus, monte d'oro, come dimostra la presenza di stemmi nel centro storico della cittadina, risalente al XIV e XV secolo. In realtà già dagli anni 940 e 948, con la Cartula de Terra Montoriana contenuta nel Cartulario della Chiesa teramana, risulta una prima trasformazione del termine Mons Aureus in Montorio, sebbene la cittadina mantenne l'antico nome per almeno un altro secolo.

Montorio sarebbe sorta sulle rovine o nei pressi dell'antica località pretuziana di Beregra o Beretra (Bέρεγρα ή Bέρετρα), e anche se alcuni storici hanno voluto identificare questa antica città nell'odierna Civitella del Tronto, Felice Barnabei nel suo saggio archeologico sul tratto montano della via Salaria che scorreva lungo il Vomano, sembrerebbe avvalorare tale ipotesi, sia in base alla descrizione del geografo greco Tolomeo, che indicava come Beretra fosse la prima città del Pretuzio per chi giungesse dalla regione dei Marsi cioè da Amiterno, sia sulla base di alcuni brevi saggi archeologici effettuati poco distante ad est di Montorio in un campo dei Sig.ri Patrizi, dove furono ritrovati ampi tratti di mura e pavimenti marmorei e a mosaico, con notevoli quantità di legno bruciato facendo pensare che un incendio ne fosse stata la causa della distruzione

La storia

Dai manoscritti dell'Antinori risulta che già nel 1173 Montorio era feudo di Guillelmo fratello del conte de Aprutio; ceduta con gli Angioini da Federico de Tullo nipote della contessa di Manoppello, Tommasa de Palearia, ai De Beauvoir (de Bellovidere) e quindi a Matteo De Plessiaco, nel 1305 Gilberto di Saldano, ciambellano regio, è signore della cittadina. Dopo vari passaggi nel 1348-50 Montorio con titolo di contea, insieme ad altri feudi, passerà nelle mani della famiglia aquilana dei Camponeschi. Si ritiene che il centro fu teatro di una storica battaglia, il 7 maggio 1486 durante la quale si affrontarono i montoriesi capeggiati dal conte Camponeschi contro il Duca di Calabria, figlio di Ferdinando D'Aragona.
Il chiostro degli zoccolanti, nel centro storico di Montorio al Vomano

In quell'occasione la piazza principale venne denominata "Piazza della Vittoria". Dopo i Camponeschi, che riebbero la contea a metà Quattrocento unitamente ad altri feudi quali Frunti (Valle San Giovanni), Moriconi, Colle Caruni, Macchia del Conte e San Vito; Montorio passerà ai Carafa del ramo della Stadera, per il matrimonio celebrato nel 1467 tra Vittoria Camponeschi, figlia di Pietro Lalle ultimo conte di questa famiglia, con Giovanni Antonio dei conti di Maddaloni, genitori del futuro papa Paolo IV. Decaduta la famiglia a seguito del Trattato di Cave per le vicende legate al possesso del ducato di Paliano conteso ai Colonna, con Alfonso morto senza eredi maschi; i feudi vennero devoluti alla Regia Corte che tentò di reinfeudare ai loro parenti i Caracciolo di Vico, da cui però i montoriesi si affrancarono; per tornare ad essere nuovamente rifeudalizzata, fino ai marchesi Spiriti di Napoli. Tra gli altri feudatari, i Crescenzi di Roma furono marchesi di Montorio dal 1597 al 1761 insieme ad alcune località dell'attuale comune di Rocca Santa Maria e Valle Castellana. Nella Chiesa di San Rocco eretta da Vittoria Camponeschi, istituita in Collegiata nel 1559 con bolla di Paolo IV, si conserva una tela col ritratto del Card. Marcello Crescenzi, amico dei Canonici della Collegiata, cui aveva donato un piviale, una pianeta ed una mitra lavorata con perle e pietre e datati 1746 (ricordati nella lettera del 7 maggio 1752, tuttora esistente nell'archivio parrocchiale)

Come arrivare

In Auto o Pullman:
http://www.lucioprofeta.it  -  http://www.marcozzisrl.it

Da Roma/L'Aquila (A24)
uscita Colledara poi direzione Montorio al V. oppure uscita successiva Basciano, poi SS 150 verso Montorio.
Da Bologna/Ancona (A14)
A14 uscita Mosciano S.Angelo-Teramo, poi SS80 verso Teramo, si prosegue per Montorio.
Da Pescara/Foggia (A14)
A14 uscita Roseto degli Abruzzi, poi SS150 verso Montorio.

In Treno:
Stazione Ferroviaria di Giulianova o Pescara, coincidenza per Teramo poi in Pullman per Montorio.

In Aereo:
Aereoporto di Pescara, poi in pullman o treno per Montorio.



Circuito dimmidove

Per informazioni:
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