CAROVIGNO (BR): ultimo colle a Sud dell'altopiano delle Murge
Carovigno, situato a circa 5 Km. dalla costa adriatica ed a 28 Km. dal capoluogo di Provincia Brindisi, ha una altitudine di mt. 172 sul livello del mare, ultimo colle a Sud dell'altopiano delle Murge, confina a Nord Nord-Est con il mare adriatico, a Ovest con Ostuni, a Sud con S.Vito dei Normanni e a Sud-Est con Brindisi, Dista da Bari Km.96 e da Taranto 56.
Ha una popolazione di 15.559 abitanti al 31/12/2003 suddivisi in 5.566 nuclei fami- liari per un totale di 7.607 maschi e 7.952 femmine. Comprende la frazione rurale, sede di un ufficio postale e le frazioni costiere di S.Sabina e Specchiolla che nel periodo estivo contano circa 20.000 persone.
Il Comune di Carovigno ha una estensione di 10.500 ettari, dei quali circa 144 ettari costituiscono il nucleo urbano abitato e una costa lunga 13 Km. Appena il 20% del territorio è pianeggiante ed è qui che si praticano le colture di di ortaggi; la restante parte collinare è ricca di oliveti e mandorleti. La coltura della vite è limitata alla produzione, soprattutto, di uve da vino ed è comunque, riferibile a produzioni molto limitate e di tipo familiare.
La vegetazione, ricca di oliveti ultracentenari, è povera di boschi, limitandosi alla presenza, qua e là, di minuscole estensioni a macchia mediterranea.
Le piogge poco abbondanti e la costituzione del terreno determinano l'assenza di veri e propri corsi d'acqua perenni; quest'ultimi sono, infatti, limitati ad alcuni canali che assumono una certa consistenza, soprattutto nel periodo autunnale, citiamo in particolare il Canale Reale, che sfocia sulla costa di Torre Guaceto e il Canale di Santa Sabina.
LA STORIA
Carovigno ha origini antichissime, risulta, infatti, abitata fin dalla prima età della pietra, come attestano diversi ed interessanti ritrovamenti del paleolitico e del neolitico. Significativi resti di insediamenti umani, sono tuttora visibili in contrada Carisciola e nei pressi della lama di Mezzaluna.
Città della Japigia, divenne centro fiorente con la civiltà messapica, come dimostra l'importantissimo materiale archeologico esposto nei musei di Egnazia, Brindisi e Taranto.
Il primitivo etimo Carbina dal greco Karbina (fruttifera), sottolinea la sua caratteristica preminente di essere copiosa di olio, vino, mandorle e fichi. In seguito cambia denominazione sino a pervenire all'attuale forma onomastica di Carovigno. La città occupa tutto il colle, difesa da una triplice cinta di mura: la più interna formata da grosse pietre informi, l'esterna, da grandi parallelepipedi di tufo duro, senza cementazione. Nel 473 a.C., alleata di Brindisi, Carbinia viene distrutta dai Tarantini, subendo crimini di ogni genere.
Alla distruzione scampò la rocca, in seguito cinta da alte muraglie con quattro torri, due rettangolari (una a Porta Brindisi ed una a Porta Ostuni, tuttora esistenti) e due rotonde. La dominazione di Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi, arrecarono a Carovigno tribolazioni, lutti e miserie, aggravati da cinque secoli di arrogante strapotere baronale, che resero nulla la stessa autorità del Re. Il regime feudale di Carovigno comincia con Adamo Trambaj, definito da Vincenzo Ariani "il Nerone dei suoi tempi, compendio mostruoso di ingiustizie, ingiurie, soprusi ed angherie". Verso la fine del 1500, comunque il paese appare circondato da muraglie, torri e fossati e vanta un comodissimo castello. A metà del '700, Carovigno passa in feudo alla famiglia Imperiali, titolari del marchesato di Oria e del principato di Francavilla Fontana. Estintasi la famiglia Imperiali, dopo un decennio di emancipazione sotto la Regia Potestà, Carovigno viene venduta senza obblighi di feudalità a Gerardo Dentice, principe di Frasso.
L'equivoco atto di vendita rende complessa e litigiosa l'applicazione delle leggi murattiane, sulla soppressione della feudalità, e causa una lunga controversia fra Comune e casa Dentice. Carovigno contribuisce al Risorgimento d'Italia con personalità di assoluto rilievo, tra cui spicca la nobile figura di Salvatore Morelli, antesignano propugnatore dell'emancipazione della donna, dell'introduzione della scuola materna e di quella promiscua.
Puglia rurale "La collina di Brindisi", Bari 1998, Regione Puglia
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