PAGANICO SABINO (RI): storia e natura nella riserva Naturale Monti Navegna e Cervia

Alcune tracce della presenza di comunità organizzate nel territorio di Paganico Sabino sono forse riconducibili già al III° sec. avanti Cristo, in epoca pre-romana. Un rinvenimento molto recente, effettuato, in prossimità del Monte Cervia dai ragazzi della Pro-Loco, fa pensare alla probabile esistenza di un “area sacra” ad oggi non ancora investigata. I ritrovamenti sono relativi a materiali in terracotta riconducibili a tipologie votive già ampiamente attestate nei luoghi di culto dell’area centro-italica.

Si tratta infatti di frammenti di piccole statue, statuette raffiguranti bovini, suini, riproduzione di parti del corpo come mani, piedi, ecc. Nei santuari era consuetudine dedicare agli dei doni votivi in terracotta che riproducevano parti del corpo umano, immagini di devoti, raffigurazioni animali, oggetti di uso quotidiano o simbolico, ecc. I votivi anatomici erano legati non solo alla sfera della salute e della guarigione, ma potevano assumere significati diversi come quelli di simboleggiare il viaggio o la preghiera dell’offerente. La dedica di parti del corpo umano con funzione propiziatoria o in segno di ringraziamento per un’avvenuta guarigione risale ad epoca molto antica. I doni in terracotta dovevano costituire delle offerte poco costose ed in quanto tali proprio delle classi meno elevate.

La grande diffusione di questo genere di offerte si concentra soprattutto tra il IV ed il III secolo a.C. Il 15 maggio 1997, in occasione della I° Settimana Provinciale della Cultura, quanto rinvenuto è stato reso pubblico attraverso una ESPOSIZIONE DI PANNELLI ICONOGRAFICI (Presenze archeologiche nella Valle del Turano a cura di Giovanna Alvino - Soprintendenza Archeologica per il Lazio - Assessorato Cultura Provincia Rieti – Amministrazione Comunale/Pro-Loco) con la divulgazione della PUBBLICAZIONE : a cura della Dott.ssa Giovanna Alvino. La mostra ha avuto notevole successo ed è stata visitata anche da numerose scolaresche. Di Paganico non sì esclude l'origine romana per alcune tracce di tale presenza nella zona (col nome paganicum venivano chiamati anche i luoghi in cui erano presenti rovine di età romana). Infatti, poco distante dal paese (circa 2,5 Km), nelle vicinanze del fiume Turano, si trova la "Pietra Scritta" (informazioni dettagliate sono consultabili nell’apposita scheda). Con questo termine viene comunemente designato il monumento sepolcrale della famiglia dei Muttini.

Il monumento funerario, del tipo a dado, si può datare tra gli ultimi anni della repubblica e la prima età imperiale e più precisamente nella seconda metà del I secolo a.C. Il paese è uno dei più antichi della Valle del Turano, già documentato nell'852 (Regesto Farfense). Nel documento 311, dell’anno 873, viene nominato un e nell’anno 876, documento 317, si parla di . La ricorrenza di termini come o farebbe pensare ad agglomerati rurali e non ad un centro abitativo complesso.

Infatti dalle notizie desumibili dal lessico medievale possiamo affermare che il era per l’appunto un edificio sufficientemente strutturato a cui facevano capo le attività agricole che si esplicavano nell’ambito territoriale circostante e talvolta era munito di strutture difensive. Attraverso i manoscritti delle visite pastorali è possibile ricavare un quadro dei luoghi e dei loro toponimi originali, dalla al fianco della chiesa San Nicola ai mulini di < Pian delle Mole>. Inoltre, all’interno del repertorio delle visite pastorali del Vescovo Saverio Marini (1779-1813) troviamo una traccia importante per ricostruire l’aspetto del centro abitato, infatti , citando l’edificio della Chiesa dell’Annunziata, il Vescovo annota << S. Maria è la chiesa frequentata dal popolo sopra il castello, gli antichi suoi fondi sono uniti alla parrocchiale>>. Il termine castello, già usato dal Marini per indicare il centro abitato della Rocca, nella descrizione dell’insediamento della chiesa parrocchiale di S. Nicola, apre dunque la strada a fondate ipotesi ricostruttive di un primitivo nucleo centrale, incastellato e fortificato all’interno quale doveva essere posta la parrocchiale di S. Nicola mentre all’esterno era posta a baluardo la chiesa dell’Annunziata. Informazioni più recenti sono rintracciabili nell’archivio storico comunale.

La documentazione più antica, facente parte degli archivi aggregati, consiste in alcuni registri parrocchiali dei battesimi, delle morti e dei matrimoni, che coprono un arco di tempo che va dal 1779 al 1860, anno dell’unità d’Italia, che, non a caso, segna il passaggio delle registrazioni anagrafiche all’autorità comunale.


Il Centro Commerciale e Culturale Cittadino di Paganico Sabino



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